SARONNO: I socialisti sulla nomina del nuovo assessore a mobilità e ambiente

La riunione del Centrosinistra, presenti le segreterie e gli amministratori del PD del PSI, di Tua Saronno, dell'IDV e di Sinistra Saronnese, del 14 marzo 2012 si è conclusa con importanti novità che hanno visto il Sindaco assumere decisioni di rilievo per la vita amministrativa della città.

La prima decisione e proposta del Sindaco riguarda la nomina di un nuovo assessore cui verranno attribuite le deleghe all'ambiente ed alla mobilità. Noi socialisti valutiamo che la Giunta possa uscire rinforzata da questa decisione e l'attività dell'Amministrazione ricevere quell'impulso che le consentirà di concludere presto e bene impegni importanti, come il PGT, l’ipotesi di Accordo di Programma per le Aree dismesse, il nuovo bando per i trasporti pubblici, la nuova ZTL, il piano dei parcheggi, il potenziamento delle zone 30, etc.

La seconda decisione e proposta del Sindaco è quella di affidare un incarico ad un professionista per sostenere l'attività dell'assessore Campilongo nel delicato accompagnamento del PGT; anche in questo caso noi auspichiamo che la decisione del sindaco possa avere l'effetto auspicato di potenziare ulteriormente l'attività dell'Amministrazione.

Alla luce di queste decisioni del Sindaco, la segreteria del PSI, ha valutato con i professionisti designati a suo tempo nel gruppo di lavoro del PGT (Architetto Genni Scorza e Architetto Fabio Leto) che l’originaria funzione di supporto per cui erano stati indicati possa considerarsi esaurita.
La presenza di un articolato sostegno professionale all'assessore così come si è delineato, non giustifica a nostro modo di vedere la necessità di ulteriori apporti tecnici. Essi usciranno pertanto dal gruppo di lavoro del PGT composto dai tecnici di maggioranza. La nostra scelta è da intendersi come un contributo alla semplificazione del processo decisionale e per renderlo più rapido.

La segreteria del PSI, coglie l'occasione per ribadire che rimane parte attiva dei processi in corso, e fornirà, comunque, contributi e valutazioni sui processi urbanistici, secondo il principio di tutelare l'interesse pubblico prevalente in ogni decisione amministrativa.

La segreteria del PSI di Saronno è certa che queste fondamentali decisioni del Sindaco consentiranno di trovare soluzioni in tempi rapidi alle numerose questioni di vitale importanza per la città, che affollano l'agenda dell'amministrazione e che necessitano di soluzioni non più procrastinabili.

SEGRETERIA PSI SARONNO

Lombardia, metastasi della corruzione (di Roberto Biscardini)

Fatta salva la presunzione di innocenza per ciascun indagato e al di là delle singole vicende giudiziarie, che hanno pesantemente interessato la Lombardia in queste ultime settimane, ci sono questioni di sistema da mettere al centro della nostra attenzione.
Il caso della Lombardia potrebbe essere da manuale. Il sistema politico lombardo, e non solo quello milanese, fu devastato dalla tangentopoli del ’92-‘93. Quel sistema, responsabile sul piano giudiziario di reati connessi soprattutto al finanziamento illecito dei partiti, fu sostituito da un altro che si è macchiato, come ammettono oggi apertamente autorevoli esponenti del Pool di allora, di fenomeni estesi di corruzione personale e di gruppo.
Ciò è avvenuto in pochissimo tempo, e si è consolidato nel corso di questi ultimi vent’anni, da parte di quella classe politica di “riciclati” che, con più o meno virulenza, cavalcò il bisogno di cambiamento del “vecchio” per sostituirlo con il “nuovo”. Loro. Innanzitutto la Lega Nord, Forza Italia, nella sua duplice veste berlusconiana e formigoniana, e l’Msi. Presero il potere e tra le elezioni comunali del 1993 e le regionali del 1995 occuparono manu militari tutte le principali istituzioni della regione.
Per definizione meglio “di quelli di prima”, costruirono in brevissimo tempo un sistema di potere pressoché perfetto, contando su due fatti che si sono dimostrati veri. Non ci sarebbe stato di lì a poco un altro Pool alle loro calcagna e una iniziativa come quella di tangentopoli non si sarebbe mai più ripetuta con la stessa forza. Quindi, ritenendosi impunibili, si sono messi ad operare a testa bassa, impiantando un sistema corruttivo diffuso. Quale? Quello che si sa. Quello che si dice in giro. Quello che, al di là delle responsabilità dei singoli, si è fondato sull’alleanza politica e di interessi tra Formigoni e la Lega Nord, tra PDL e Lega in ogni comune e provincia, durata troppo a lungo e senza sostanziali alternanze. Il modello Compagnia delle Opere nell’economia reale e di Comunione e Liberazione nel sistema di potere dei servizi, nella sanità, nelle aziende partecipate della Regione e dei comuni, Milano compreso. Una rete di connivenze che ha consentito a Formigoni di strafare e alla Lega e agli ex fascisti in ogni realtà locale di occupare posti e il territorio.
Un sistema politico che, per il bene dell’economia lombarda e dei suoi cittadini, dovrebbe farsi da parte prima di essere travolto giorno dopo giorno da una nuova ondata giudiziaria. Lo chiede, ancora sottovoce, una parte dell’opinione pubblica, preoccupata che un’eventuale nuova tangentopoli possa sfasciare tutto, danneggiando come allora anche cittadini onesti e imprese operose. Portandosi via, come allora, il bambino insieme all’acqua sporca. Un’opinione pubblica che, nonostante tutto, spera ancora che dalla politica possa nascere una fase nuova. Affinché sia la politica e non la magistratura a trovare una soluzione alternativa.
Prima che arrivino i Pm a massacrare la città, quando decidessero di entrare nella prateria degli appalti, degli intrecci tra urbanistica e affari, della sanità, della formazione professionale e delle aziende pubbliche.
Lo chiedono i cittadini e le imprese che hanno bisogno di riscoprire le regole della competizione, della libera concorrenza, nelle professioni oggi non più tanto libere, stufi delle cooperative di comodo che operano nel settore dei servizi e delle assunzioni fatte con il voto di castità, povertà e obbedienza. Obbedienza soprattutto, sempre senza concorsi. Una questione di libertà prima ancora che morale.
E come risponde a queste considerazioni il sistema di potere che oggi comanda in Lombardia? In modo semplice: “State zitti voi della sinistra, che mangiate nel nostro piatto oltre che nel vostro. Non c’è appalto che dipenda da noi nel quale non ci siate anche voi, attraverso le vostre cooperative rosse. Anche nel mondo dei servizi uno spazio per voi l’abbiamo sempre lasciato. Eccetera, eccetera”.
Oppure: “E il sistema Sesto San Giovanni? O del Sud Milano? Non era mica roba nostra. Ma vi ricordate quando avevate il collettivo architetti nella sede del PCI chiamato a fare tutti i piani urbanistici dell’hinterland? Chi decideva della rendita nelle zone di espansione? Voi. Il PCI e le vostre cooperative. Oggi non stiamo facendo altro di diverso da quello che avete fatto voi”.
Ma la frase più forte è quella che tocca di più la pancia della politica: “Per fortuna che ha vinto Formigoni, perché se avesse vinto Penati saremmo già tutti a casa”. E ancora: “Noi centralisti? Noi accusati di occupare tutti gli spazi di potere fino all’ultimo infermiere? Non è così. Noi abbiamo garantito la libertà della persona, la difesa della famiglia, contro una pericolosa visone statalista”.
Un bel clima. Come si vede. Con una politica distrutta dal falso bipolarismo, dal potere fuori controllo che l’elezione diretta assegna ai presidenti delle giunte regionali, provinciali ed ai sindaci. Con uno schieramento riformista da costruire in breve tempo intorno ai valori del buon governo, con una nuova idea di sviluppo civile ed economico della Lombardia, delle cose da fare e non degli spazi da occupare. Con una sinistra assolutamente impreparata che alla fine, come ai tempi di Occhetto, cova il desiderio di poter vincere sulle disgrazie altrui. Un sinistra che chiede le dimissioni di tutti, per andare al voto anticipato, ma non si capisce con quale progetto e quali uomini intende candidarsi a sostituire vent’anni di centrodestra.


I GIOVANI SOCIALISTI SULL’AGGRESSIONE OMOFOBA A LUINO

COMUNICATO STAMPA:


In una nota discoteca di Luino, sabato 17 Marzo, si è verificata l’ennesima aggressione omofoba: secondo la denuncia di Arcigay, 7 ragazzi sono stati malmenati ed allontanati perché omosessuali.
Gli episodi di intolleranza e di violenza verso chi esprime liberamente e pubblicamente il proprio orientamento omosessuale stanno assumendo carattere endemico, dalla Sicilia alla nostra provincia, rendendo non più prorogabile un intervento del legislatore: l’approvazione di una legge anti-omofobia ed a tutela della comunità LGBT è necessaria ed urgente.
Purtroppo il linguaggio discriminatorio e l’azione politica ipocrita di una  classe politica straordinariamente conservatrice non favoriscono  l’emancipazione ed il rispetto delle realtà LGBT, che, oltre alle aggressioni violente, subiscono continue ingiustizie da parte dello Stato che, disattendendo l’art. 3 della Costituzione (“tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”) calpesta quotidianamente i diritti degli individui.
Per questi motivi chiediamo immediatamente l’approvazione di una legge anti-omofobia e l’apertura di una discussione seria, laica e approfondita sulla liberalizzazione del matrimonio. Non sarà possibile considerare rispettato l’art. 3 della Costituzione fino a quando sarà impedito agli individui di esprimere la propria affettività nelle forme previste dalla legge, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale.
Consapevoli delle posizioni conservatrici attualmente maggioritarie in sede legislativa, è nostra intenzione trasferire questa battaglia di libertà dove lo consentono la normativa e le nostre energie: a livello locale.
La Federazione dei Giovani Socialisti e il PSI della Provincia di Varese si attiveranno nei prossimi mesi per l’approvazione nei comuni della nostra provincia di delibere istitutive di Registri delle Coppie di Fatto e di delibere anti-discriminazione.

Riccardo Galetti – Coordinatore Federazione dei Giovani Socialisti della Provincia di Varese