Socialisti: riparliamo di scuola

Il Ministro Profumo ha annunciato per il prossimo settembre gli Stati Generali della scuola. Gli ultimi, nel 2001, inventarono la scuola delle tre I (internet, inglese, impresa). Il risultato di questo decennio ha prodotto uno spread culturale che è sotto gli occhi di tutti. Il ristagno produttivo italiano e la scarsa
capacità d’innovazione, sono il frutto anche del limitato bagaglio culturale della popolazione. Dalle indagini comparative emerge un dato di cui nessuno parla volentieri: solo una parte minoritaria degli italiani ha strumenti sufficienti per orientarsi nella complessità di una società moderna. In Italia c’è ancora (constata Tullio De Mauro) un 66% di persone con insufficiente alfabetizzazione, mentre in Svezia sono al di sotto del 30%: in cifre assolute si tratta di più di trentadue milioni di persone. L’azione dei “Tempi della città” in cui è stata avviata l’alfabetizzazione informatica della popolazione adulta di un quartiere saronnese è un modestissimo esempio di cosa si dovrebbe fare su scala allargata. Il governo Monti non si è ancora pronunciato su come intenda risolvere la questione controversa di far partecipare le scuole alla costituzione di fondazioni finalizzate al sostegno economico della propria attività. Consigliamo a Monti e Profumo una politica socialdemocratica, come avviene nei paesi europei governati dai socialisti: si tassino le rendite finanziarie e si investa il ricavato nella formazione delle giovani generazioni. Solo così si crea futuro. Infine ricordiamo che il Ministero Istruzione Università e Ricerca (Miur) ha chiarito che il contributo chiesto dalle scuole alle famiglie deve avvenire su base volontaria. Nessuna scuola può obbligare al versamento di una cifra stabilita autonomamente (e che non fa parte delle tasse obbligatorie). Si dice, inoltre, chiaramente che i contributi volontari sono
detraibili nella dichiarazione dei redditi. Sarà bene che le famiglie vengano informate. Forse il Ministero sta introducendo nella confusione un po’ di chiarezza, ma la linea di marcia non è ancora del tutto chiara. Noi socialisti ritorneremo con più frequenza sul tema per rilanciare anche in sede locale il nesso scuola e democrazia.

Virtù civiche corruzione crisi economica nella Lombardia di Formigoni

Nel febbraio del 1993 fu pubblicata in Italia una ricerca del politologo americano Robert Putnam (Making democracy work. Civic tradition in modern Italy; Far funzionare la democrazia. Tradizione civica in Italia) sull'efficienza del modello regionale. Prima di pubblicare la loro ricerca e giungere alla conclusione che le regioni del Mezzogiorno si collocavano all'ultimo posto nel rendimento istituzionale per via di "familismo amorale" e "legame di clan", Putnam, insieme a Robert Leonardi e Raffaella Nanetti, aveva studiato le nuove istituzioni per vent'anni. Le regioni erano state inaugurate, infatti,nel 1970.
La Lombardia, nell'indagine di Putnam, non ne usciva benissimo: si collocava dopo Umbria. Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e Friuli, ma pur sempre fra le regioni di testa. Le altre regioni a seguire, fanalino di coda Calabria e Campania. La domanda che si poneva Putnam riguardava il funzionamento dei modelli democratici. Perché alcuni governi democratici funzionano e altri no? La risposta fu individuata nel grado di senso civico delle comunità regionali. Sembrava che le virtù civiche dovessero rendere la società lombarda immune da corruzione e degrado politico. Così non è stato! Del resto, la capitale morale era già entrata in crisi con Tangentopoli, ma neppure si può dire si sia riscattata nei vent'anni successivi come dimostrano le recenti inchieste riguardanti Filippo Penati (vicepresidente del Consiglio regionale lombardo), esponente di primo piano del Partito Democratico e Davide Boni (presidente del Consiglio regionale lombardo) della Lega Nord. Per non parlare degli esponenti del PdL.
Sfiducia reciproca, isolamento, sfruttamento, dipendenza dai potenti, solitudine, disordine, criminalità, caratteristiche che un tempo si attribuivano soltanto al Sud sono ora diffuse e presenti non meno nella società lombarda. L'elevata dose d'ipocrisia che deriva dalla presenza del mondo della finanza che rende tutto criptico e poco decifrabile contribuisce ad alimentare ulteriori zone grigie.
Nel 1979, Leonardo Sciascia pubblica un libro dal titolo, "La Sicilia come metafora". La Sicilia diventava per Sciascia l'immagine esemplare delle tendenze più perverse che si sarebbero affermate nell'intera realtà italiana. Quando all'epoca lessi il libro di Sciascia, ne fui infastidito, pensai che fossero esagerazioni destituite di fondamento. Oggi, la Lombardia è a un bivio: il quindicennio di Roberto Formigoni è lì a dimostrare che la democrazia funziona se c'è ricambio, altrimenti degrada. La regione è come se avesse subito un'occupazione straniera: "leghisti", "ciellini", "forzaitalioti" e alcune frange del centrosinistra hanno provveduto ad inquinare non poco le "virtù civiche" di cui parlava Putnam. Sembra di essere al tempo degli spagnoli, quando i valori civici venivano mortificati da una classe dirigente soggetta allo straniero e l'avvocato Azzeccagarbugli si schierava con i potenti contro il povero Renzo Tramaglino.
Dal 1997 al 2008 (dati Eurostat) il Pil della Lombardia è in costante decrescita. Regione Lombardia non è neppure virtuosa economicamente come vorrebbe il presidente Formigoni. La corruzione penetrata nei meccanismi economico-produttivi è motivo di rallentamento delle crescita e il danno incomincia ad essere palese. Ripristinare la morale pubblica è urgente, non solo per una questione di civiltà e democrazia, ma per battere il declino cui stiamo assistendo nella regione un tempo più ricca d'Europa. 



SARONNO: I socialisti sulla nomina del nuovo assessore a mobilità e ambiente

La riunione del Centrosinistra, presenti le segreterie e gli amministratori del PD del PSI, di Tua Saronno, dell'IDV e di Sinistra Saronnese, del 14 marzo 2012 si è conclusa con importanti novità che hanno visto il Sindaco assumere decisioni di rilievo per la vita amministrativa della città.

La prima decisione e proposta del Sindaco riguarda la nomina di un nuovo assessore cui verranno attribuite le deleghe all'ambiente ed alla mobilità. Noi socialisti valutiamo che la Giunta possa uscire rinforzata da questa decisione e l'attività dell'Amministrazione ricevere quell'impulso che le consentirà di concludere presto e bene impegni importanti, come il PGT, l’ipotesi di Accordo di Programma per le Aree dismesse, il nuovo bando per i trasporti pubblici, la nuova ZTL, il piano dei parcheggi, il potenziamento delle zone 30, etc.

La seconda decisione e proposta del Sindaco è quella di affidare un incarico ad un professionista per sostenere l'attività dell'assessore Campilongo nel delicato accompagnamento del PGT; anche in questo caso noi auspichiamo che la decisione del sindaco possa avere l'effetto auspicato di potenziare ulteriormente l'attività dell'Amministrazione.

Alla luce di queste decisioni del Sindaco, la segreteria del PSI, ha valutato con i professionisti designati a suo tempo nel gruppo di lavoro del PGT (Architetto Genni Scorza e Architetto Fabio Leto) che l’originaria funzione di supporto per cui erano stati indicati possa considerarsi esaurita.
La presenza di un articolato sostegno professionale all'assessore così come si è delineato, non giustifica a nostro modo di vedere la necessità di ulteriori apporti tecnici. Essi usciranno pertanto dal gruppo di lavoro del PGT composto dai tecnici di maggioranza. La nostra scelta è da intendersi come un contributo alla semplificazione del processo decisionale e per renderlo più rapido.

La segreteria del PSI, coglie l'occasione per ribadire che rimane parte attiva dei processi in corso, e fornirà, comunque, contributi e valutazioni sui processi urbanistici, secondo il principio di tutelare l'interesse pubblico prevalente in ogni decisione amministrativa.

La segreteria del PSI di Saronno è certa che queste fondamentali decisioni del Sindaco consentiranno di trovare soluzioni in tempi rapidi alle numerose questioni di vitale importanza per la città, che affollano l'agenda dell'amministrazione e che necessitano di soluzioni non più procrastinabili.

SEGRETERIA PSI SARONNO

Lombardia, metastasi della corruzione (di Roberto Biscardini)

Fatta salva la presunzione di innocenza per ciascun indagato e al di là delle singole vicende giudiziarie, che hanno pesantemente interessato la Lombardia in queste ultime settimane, ci sono questioni di sistema da mettere al centro della nostra attenzione.
Il caso della Lombardia potrebbe essere da manuale. Il sistema politico lombardo, e non solo quello milanese, fu devastato dalla tangentopoli del ’92-‘93. Quel sistema, responsabile sul piano giudiziario di reati connessi soprattutto al finanziamento illecito dei partiti, fu sostituito da un altro che si è macchiato, come ammettono oggi apertamente autorevoli esponenti del Pool di allora, di fenomeni estesi di corruzione personale e di gruppo.
Ciò è avvenuto in pochissimo tempo, e si è consolidato nel corso di questi ultimi vent’anni, da parte di quella classe politica di “riciclati” che, con più o meno virulenza, cavalcò il bisogno di cambiamento del “vecchio” per sostituirlo con il “nuovo”. Loro. Innanzitutto la Lega Nord, Forza Italia, nella sua duplice veste berlusconiana e formigoniana, e l’Msi. Presero il potere e tra le elezioni comunali del 1993 e le regionali del 1995 occuparono manu militari tutte le principali istituzioni della regione.
Per definizione meglio “di quelli di prima”, costruirono in brevissimo tempo un sistema di potere pressoché perfetto, contando su due fatti che si sono dimostrati veri. Non ci sarebbe stato di lì a poco un altro Pool alle loro calcagna e una iniziativa come quella di tangentopoli non si sarebbe mai più ripetuta con la stessa forza. Quindi, ritenendosi impunibili, si sono messi ad operare a testa bassa, impiantando un sistema corruttivo diffuso. Quale? Quello che si sa. Quello che si dice in giro. Quello che, al di là delle responsabilità dei singoli, si è fondato sull’alleanza politica e di interessi tra Formigoni e la Lega Nord, tra PDL e Lega in ogni comune e provincia, durata troppo a lungo e senza sostanziali alternanze. Il modello Compagnia delle Opere nell’economia reale e di Comunione e Liberazione nel sistema di potere dei servizi, nella sanità, nelle aziende partecipate della Regione e dei comuni, Milano compreso. Una rete di connivenze che ha consentito a Formigoni di strafare e alla Lega e agli ex fascisti in ogni realtà locale di occupare posti e il territorio.
Un sistema politico che, per il bene dell’economia lombarda e dei suoi cittadini, dovrebbe farsi da parte prima di essere travolto giorno dopo giorno da una nuova ondata giudiziaria. Lo chiede, ancora sottovoce, una parte dell’opinione pubblica, preoccupata che un’eventuale nuova tangentopoli possa sfasciare tutto, danneggiando come allora anche cittadini onesti e imprese operose. Portandosi via, come allora, il bambino insieme all’acqua sporca. Un’opinione pubblica che, nonostante tutto, spera ancora che dalla politica possa nascere una fase nuova. Affinché sia la politica e non la magistratura a trovare una soluzione alternativa.
Prima che arrivino i Pm a massacrare la città, quando decidessero di entrare nella prateria degli appalti, degli intrecci tra urbanistica e affari, della sanità, della formazione professionale e delle aziende pubbliche.
Lo chiedono i cittadini e le imprese che hanno bisogno di riscoprire le regole della competizione, della libera concorrenza, nelle professioni oggi non più tanto libere, stufi delle cooperative di comodo che operano nel settore dei servizi e delle assunzioni fatte con il voto di castità, povertà e obbedienza. Obbedienza soprattutto, sempre senza concorsi. Una questione di libertà prima ancora che morale.
E come risponde a queste considerazioni il sistema di potere che oggi comanda in Lombardia? In modo semplice: “State zitti voi della sinistra, che mangiate nel nostro piatto oltre che nel vostro. Non c’è appalto che dipenda da noi nel quale non ci siate anche voi, attraverso le vostre cooperative rosse. Anche nel mondo dei servizi uno spazio per voi l’abbiamo sempre lasciato. Eccetera, eccetera”.
Oppure: “E il sistema Sesto San Giovanni? O del Sud Milano? Non era mica roba nostra. Ma vi ricordate quando avevate il collettivo architetti nella sede del PCI chiamato a fare tutti i piani urbanistici dell’hinterland? Chi decideva della rendita nelle zone di espansione? Voi. Il PCI e le vostre cooperative. Oggi non stiamo facendo altro di diverso da quello che avete fatto voi”.
Ma la frase più forte è quella che tocca di più la pancia della politica: “Per fortuna che ha vinto Formigoni, perché se avesse vinto Penati saremmo già tutti a casa”. E ancora: “Noi centralisti? Noi accusati di occupare tutti gli spazi di potere fino all’ultimo infermiere? Non è così. Noi abbiamo garantito la libertà della persona, la difesa della famiglia, contro una pericolosa visone statalista”.
Un bel clima. Come si vede. Con una politica distrutta dal falso bipolarismo, dal potere fuori controllo che l’elezione diretta assegna ai presidenti delle giunte regionali, provinciali ed ai sindaci. Con uno schieramento riformista da costruire in breve tempo intorno ai valori del buon governo, con una nuova idea di sviluppo civile ed economico della Lombardia, delle cose da fare e non degli spazi da occupare. Con una sinistra assolutamente impreparata che alla fine, come ai tempi di Occhetto, cova il desiderio di poter vincere sulle disgrazie altrui. Un sinistra che chiede le dimissioni di tutti, per andare al voto anticipato, ma non si capisce con quale progetto e quali uomini intende candidarsi a sostituire vent’anni di centrodestra.


I GIOVANI SOCIALISTI SULL’AGGRESSIONE OMOFOBA A LUINO

COMUNICATO STAMPA:


In una nota discoteca di Luino, sabato 17 Marzo, si è verificata l’ennesima aggressione omofoba: secondo la denuncia di Arcigay, 7 ragazzi sono stati malmenati ed allontanati perché omosessuali.
Gli episodi di intolleranza e di violenza verso chi esprime liberamente e pubblicamente il proprio orientamento omosessuale stanno assumendo carattere endemico, dalla Sicilia alla nostra provincia, rendendo non più prorogabile un intervento del legislatore: l’approvazione di una legge anti-omofobia ed a tutela della comunità LGBT è necessaria ed urgente.
Purtroppo il linguaggio discriminatorio e l’azione politica ipocrita di una  classe politica straordinariamente conservatrice non favoriscono  l’emancipazione ed il rispetto delle realtà LGBT, che, oltre alle aggressioni violente, subiscono continue ingiustizie da parte dello Stato che, disattendendo l’art. 3 della Costituzione (“tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”) calpesta quotidianamente i diritti degli individui.
Per questi motivi chiediamo immediatamente l’approvazione di una legge anti-omofobia e l’apertura di una discussione seria, laica e approfondita sulla liberalizzazione del matrimonio. Non sarà possibile considerare rispettato l’art. 3 della Costituzione fino a quando sarà impedito agli individui di esprimere la propria affettività nelle forme previste dalla legge, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale.
Consapevoli delle posizioni conservatrici attualmente maggioritarie in sede legislativa, è nostra intenzione trasferire questa battaglia di libertà dove lo consentono la normativa e le nostre energie: a livello locale.
La Federazione dei Giovani Socialisti e il PSI della Provincia di Varese si attiveranno nei prossimi mesi per l’approvazione nei comuni della nostra provincia di delibere istitutive di Registri delle Coppie di Fatto e di delibere anti-discriminazione.

Riccardo Galetti – Coordinatore Federazione dei Giovani Socialisti della Provincia di Varese

SARONNO: I SOCIALISTI E UNA NUOVA MAPPA DEL TRASPORTO LOMBARDO

Sarà discussa prossimamente in Consiglio Regionale la Legge regionale sul “Trasporto pubblico locale”. Il tema del riordino della mobilità su gomma risale al 2008 e la nuova legge si propone di introdurre economie ed una diversa organizzazione in un settore piuttosto segmentato (bus urbani e pullman extraurbani). Da quanto sin qui pubblicato sembrerebbe che Saronno, sia nella proposta della maggioranza che in quella dell’opposizione, abbia poco risalto, pur essendo il terzo nodo ferroviario della Lombardia per importanza, dove l’interscambio gomma-ferro si fonda su consistenti flussi di pendolari. Un efficiente e funzionale servizio di pullman che dai paesi circostanti trasporti i pendolari alle stazioni di Saronno è condizione per ridurre il traffico e l’inquinamento che insistono sulla città. Per fare ciò è indispensabile una concertazione fra le autorità amministrative delle località i cui abitanti fruiscono delle stazioni di Saronno e quelle della nostra città.
Il nostro territorio è diventato un bene raro e non può più essere considerato un servizio gratuito o quasi per pendolari che qui solo parcheggiano e transitano. Parte essenziale della partita deve essere Trenord, cui chiediamo di collaborare con la città nel ridefinirne il ruolo come cardine di una mobilità sostenibile, contribuendo con aree di interscambio, potenziamenti funzionali e nuovi modelli di fruizione, quali, ad esempio, il car sharing a impatto ecologico zero.
Un biglietto integrato che favorisca il trasbordo da gomma su ferro e viceversa può essere un altro passo
verso un’evoluzione positiva del traffico privato. E’ comunque arrivato il momento di rivedere i trasporti sul nostro territorio, perché Saronno non può più sopportare da solo il costo economico, sociale e ambientale di servizi così importanti per la ripresa e la competitività dell’intera area.

PSI UN PARTITO RINNOVATO E IN CRESCITA APERTO AI CITTADINI

La campagna d’adesione al Psi per il 2011, ha fatto registrare a livello nazionale un sensibile incremento degli iscritti che crescono del 25% rispetto al 2010. Un dato confortante che dimostra la vitalità del PSI e che costituisce un ottimo viatico anche sul piano locale. Anche la sezione di Saronno ha
fatto la sua parte.
Il PSI può dirsi un’associazione di cittadini democratici, un partito che dal passato ha saputo trarre gli
insegnamenti giusti per affermare il rispetto dell’art. 49 della Costituzione. Siamo convinti che i partiti e gli organi di stampa di partito non dovrebbero godere dei finanziamenti pubblici se non rispettano le regole di trasparenza previste dalla Costituzione. Se si fosse posto più attenzione al controllo sulla gestione
dei finanziamenti, tramite l’affidamento ad una società esterna al partito della revisione contabile, non ci troveremmo di fronte alla truffa di un partito che non esiste più come la ex Margherita. Il PSI è un partito antico e moderno. Non ha vergogna della sua identità. Nato per tutelare i lavoratori continua a farlo, nelle forme aggiornate che i tempi impongono. Sul lavoro noi diciamo che l’articolo 18 non è un totem, ma chiediamo anche che la ministra Fornero spieghi come intende tutelare gli oltre 4 milioni di precari, giovani e laureati, che non hanno possibilità di entrare nel mondo del lavoro e di progettare il loro futuro. E’ un errore pensare che la riforma dell’articolo 18 sia il punto di partenza per riformare il mondo del lavoro. Deve
essere, al contrario, l’ultimo tassello di un percorso di riforme in grado di garantire tutele e nuovi diritti per chi non ne ha e di favorire politiche di crescita e di sviluppo. Il PSI è il partito di Sandro Pertini, il presidente socialista, protagonista del nostro tempo e della storia d’Italia, che ha speso la sua vita a favore della giustizia sociale e della libertà. Per rendere le istituzioni più vicine ai cittadini, per rinnovare il sistema politico, iscriviti
al Partito Socialista Italiano.

In memoria di Marino Battaglin (1945-2012)


Marino Battaglin ci ha lasciato. E' stato un compagno tenace, un amministratore capace. Nel corso deli anni '80 e '90 del secolo scorso nel Consiglio Comunale di Castiglione Olona come consigliere e assessore maturò una preziosa esperienza che poi mise a disposizione  dei Socialisti del Tradatese. Aderì  con entusiasmo alla Costituente Socialista e militò nel PSI per la libertà e la giustizia sociale nell'Italia unita e democratica.

Ho parlato a lungo con Marino alla vigilia di Natale del 2011. Nel comunicargli che Renato Soma lo aveva ricordato nel suo recente libro " I Socialisti Varesini " si era commosso. Malato, osava sperare che in occasione del 120° anniversario di fondazione del PSI si superasse la divisione della sinistra italiana.
Alla generosa figura di Marino i compagni della Federazione Provinciale di Varese devono un rinnovato impegno e alla famiglia  porgono le condoglianze della comunità socialista varesina.
 

Carlo Biotti