VOTA Le Tue Idee per la Tua Italia

Al via da oggi 31 dicembre  “Le tue idee per la tua Italia” on line, la consultazione nazionale del Psi che culminerà il prossimo 5 Gennaio dalle 10 alle 17.00 quando saranno predisposti gazebo collocati nelle vie e  piazze centrali di tutte le province italiane di cui pubblicheremo l'elenco il prossimo 4 gennaio. 

E' stato predisposto un questionario da mettere a disposizione dei cittadini (potranno votare anche i sedicenni e gli stranieri con regolare permesso di soggiorno), che potranno esprimersi su temi come economia e lavoro, laicità e diritti civili, riforme istituzionali, giovani e istruzione, giustizia, beni comuni (ad es. introduzione della patrimoniale sulle grandi ricchezze con relativa abrogazione dell’Imu, Introduzione del termine “laico” nella Costituzione, Riconoscimento dello “Ius soli” per chi nasce in Italia, Progetto giovani con sostegnoa  chi studia con merito, microcredito a sostegno di chi ha perso il lavoro e riduzione della pressione fiscale su redditi da lavoro dipendente e pensioni).

Testamento Biologico: Saronno Città dei Diritti

È stata approvata la delibera di Consiglio Comunale che prevede l'istituzione anche a Saronno del Registro per raccogliere le dichiarazioni anticipate inerenti quello che ormai chiamiamo comunemente Testamento Biologico (DAT).
La Giunta ha votato all'unanimità l'atto istitutivo: bella prova di maturità e coesione. Il Registro dei Testamenti Biologici entrerà in funzione presso il nostro Municipio il giorno 1 Ottobre 2012, allineando Saronno a quelle città che già avevano deciso in tal senso. 

I socialisti (e, ricordiamolo, insieme ai radicali, l'UAAR, l'associazione Luca Coscioni) saronnesi sono soddisfatti di questo risultato due volte, poiché dimostra che le battaglie giuste vanno combattute anche quando si è in pochi, se coincidono con il sentire e le esigenze della maggior parte dei cittadini. La presenza numerosissima alle iniziative organizzate in città con Mina Welby e Beppino Englaro -  probabilmente le più grandi mobilitazioni per i diritti civili dai tempi della campagna per il referendum sull'interruzione di gravidanza e sul divorzio - facevano già presagire che avevamo intercettato una giusta esigenza.
Infine, quanto accaduto recentemente, l'insegnamento di libertà che il Cardinal Martini ha voluto donare a tutti, credenti e non credenti, ha fatto il resto.

L’idea di istituire il Registro era già presente nel programma che i socialisti presentarono nel 2009 ai saronnesi, e ora possiamo finalmente dire che quell’obiettivo è stato raggiunto. Dal prossimo Ottobre, i cittadini di Saronno avranno uno strumento in più e potranno sentirsi liberi di esprimere la propria volontà in materia di fine vita. La battaglia per i diritti di ultima generazione non si arresta qui e il risultato conseguito fa ben sperare. 

Partito Socialista Italiano - Sezione di Saronno

Atto vandalico contro i Socialisti saronnesi


Nella notte fra il 23 e il 24 settembre 2012 la sede del Partito Socialista Italiano di Saronno è stata oggetto di un atto di vandalismo: la vetrina su cui campeggiava la bandiera del PSI è stata sfondata. Evidentemente qualcuno non ha gradito l'esposizione di uno storico simbolo politico della sinistra.
I socialisti di Saronno durante l'estate hanno lavorato alla sistemazione di un locale per riaprire uno spazio di dibattito politico in città. Uno spazio che non era ancora stato inaugurato, poiché la limitatezza dei mezzi non aveva consentito di terminare la sistemazione definitiva dei locali.


Ora dovremo sobbarcarci nuove spese, ma non rinunceremo a perseguire l'obiettivo che ci eravamo prefissi. Quanto accaduto non potrà fermare la nostra attività politica in città. Non sarà un gesto spregevole su cui non vogliamo speculare che impedirà ai socialisti saronnesi, protagonisti rispettati della vita pubblica locale, di portare avanti nuove iniziative.

Il gesto in quanto tale non è  soltanto riprovevole perché danneggia una sede politica, ma è anche sintomatico di un clima di intolleranza, di scarso rispetto per la convivenza. Vero è che i socialisti, insieme ad altre forze democratiche, sono da mesi protagonisti di numerose battaglie politiche che, forse, non sono gradite a chi fa della conservazione il proprio credo.

Segreteria PSI di Saronno

Riccardo Galetti
Anna Cinelli
Marco Arluno
Giuseppe Nigro
Silvio Angelucci


I giovani una risorsa per il futuro una risorsa per il PSI

Volentieri pubblichiamo l'articolo appassionato di Daniele Pedrazzi, recentemente giunto al partito nella nostra provincia. In qualità di segretario provinciale sono certo che il suo contributo sarà importante. Spero che il suo entusiasmo annunci un rinnovato in teresse per la poltica da parte dei giovani. Ne ha bisogno il paese e ne hanno bisogno i giovani, vittime di un sistema sociale ed economico rapace, che soltanto il rinnovato impegno delle nuove generazioni può cambiare.

Beppe Nigro
Segretario prov. PSI Varese

In questa Italia travolta dalla crisi, crisi non solo economico-finanziaria ma anche culturale e morale, ora più che mai c'è bisogno di una forza socialista riformista e governante, per trainare l'Italia fuori dal pantano in cui ci ha portato la seconda repubblica. Come a Rimini nel 1982, trent'anni dopo la parola d'ordine è sempre la stessa: governare il cambiamento. I socialisti devono, come insegna la nostra storia, fare la loro parte, portando per le strade, in ogni piazza, in mezzo alla gente, le nostre proposte, opinioni e pensieri su come governare il cambiamento nell'ottica di raggiungere le mete del socialismo come ci insegna il compianto Pertini: libertà e giustizia sociale. Serve un partito in prima linea, d'assalto, ma senza scivolare nel mero movimentismo politico; infatti siamo stati e dobbiamo essere una forza politica responsabile e di governo. In questo Rinascimento socialista che sta investendo l'Europa e deve coinvolgere anche l'Italia, il PSI deve esserci in ogni modo. Noi giovani dobbiamo accompagnare i veterani e i nostri dirigenti per trarre insegnamento e creare un partito che sappia coniugare insieme l'esperienza e la forza creatrice del mondo giovanile, perché la classe dirigente socialista di domani siamo noi. Dobbiamo portare il verbo socialista tra le nostre generazioni che non conoscono il grande contributo che il PSI ha dato allo sviluppo economico-culturale di questa nazione, dobbiamo ricostruire il voto d'opinione e contribuire al radicamento del partito sul territorio. In conclusione, una nuova stagione politica è alle porte, nuove sfide ci attendono all'orizzonte, e noi giovani socialisti abbiamo il dovere di essere protagonisti, ci adopereremo per questo e ci impegneremo per questo. 

Daniele Pedrazzi- FGS Provincia di VARESE

Il segretario nazionale del PSI Nencini: "Alle primarie di coalizione credo che mi candiderò"

Primarie aperte e di coalizione per scegliere il candidato premier del centrosinistra? "Bene Bersani, sono la strada maestra da seguire e credo che vi parteciperò". Lo ha detto il segretario del Psi (e assessore al bilancio della Regione Toscana) Riccardo Nencini, commentando a margine di un'iniziativa a Firenze l'annuncio del segretario del Pd alla direzione del partito di oggi. "Per coalizione, a mio avviso, si deve intendere la casa dei riformisti e democratici - ha chiarito Nencini - ed ora bisogna stabilire subito, da parte di tutte le forze componenti della coalizione stessa, regole e programma".
 
"La proposta di Bersani non è lontana da quella che i socialisti avanzano da tempo agli italiani, quella della 'Casa dei Riformisti e Democratici'. Lo dice Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, commentando l'intervento del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, alla direzione nazionale in corso in queste ore. "Se primarie aperte significa primarie di coalizione - aggiunge Nencini - farò un ragionamento 'alla Catalano': servono intanto un programma, la coalizione e regole condivise per tenere le primarie. A primarie di coalizione ci saranno anche i socialisti", conclude.

Iscriviti al PSI: costruiamo la casa dei riformisti e dei democratici!

Le recenti elezioni amministrative hanno sancito senza equivoci la fine della Seconda Repubblica. In provincia di Varese è tramontato l’inganno della Lega Nord, caduta miseramente nel familismo amorale del suo leader , “incapace di resistere alle richieste di mance dei propri figli”.
Il risultato del PSI è soddisfacente nelle località del centro Italia e del Sud mentre nei grandi centri dell’Italia Settentrionale è confermata una forte sofferenza. In provincia di Varese, a Cardano al Campo, segnaliamo invece un dato positivo: è stato designato vicesindaco un esponente del PSI, primo degli eletti nella lista del centrosinistra che rafforza la rete degli amministratori socialisti.
Alla iniziale politica del rigore del Governo Monti, non ha ancora corrisposto una scelta verso politiche di crescita. Senza una patrimoniale sulle grandi ricchezze, senza tassare le transazioni finanziarie - misure, tutte, inserite nel programma del PSE - non sarà possibile diminuire la pressione fiscale sugli stipendi, sostenere la piccola e la media impresa, favorire l’occupazione giovanile. Per riacquistare la fiducia dei cittadini e allontanare l’Italia da una crisi senza precedenti è indispensabile abolire l’IMU sulla prima casa, rivedere i rigidi parametri del patto di stabilità, liberare risorse per sostenere le imprese, concertare una piena riforma istituzionale che renda gli enti territoriali più autorevoli, più efficienti, regolamentare il ruolo e l’organizzazione dei partiti, rivedere la legge elettorale, consegnando ai cittadini la potestà di scelta degli eletti con il ritorno al voto di preferenza (doppia preferenza uomo-donna), riscrivere la cornice dello stato sociale, perché protegga soprattutto chi si trova nella condizione del bisogno.

Iscriviti al PSI, un partito che non gode di finanziamenti pubblici e che ha saputo dimostrare di sapersi rinnovare, che ha messo al primo posto della sua politica l’amore per l’Italia.
Rafforza la buona politica.
Partecipa venerdì 8 giugno 2012, ore 21.00, in Villa Gianetti, all’assemblea cittadina socialista.
Contattaci: psisaronno@ gmail.com.

Saronno: se questo è il Bronx

Alcuni giorni fa su un muro del quartiere Matteotti è comparsa la scritta “Benvenuti nel Bronx”.
Il gesto idiota di chi vuole perpetuare nell’immaginario collettivo l’idea di un quartiere degradato, terra di nessuno, che non riesce a scrollarsi di dosso una fama acquisita in tempi lontani e forse alimentata
e rafforzata in modo strumentale.
Domenica 27 maggio, in occasione della Stramatteotti e della festa/evento di chiusura del progetto Tempi della città i numerosi cittadini, anche di altri quartieri, che hanno partecipato alle varie iniziative, si sono potuti ricredere.
Si è infatti assistito ad una dimostrazione pratica di come, anche con il supporto del Comune (che ha avuto una intuizione felice nel portare verso le periferie cittadine le azioni del progetto Tempi e di far partecipare le associazioni locali alla loro definizione), ma soprattutto con la mobilitazione e la capacità organizzativa dei residenti e delle associazioni del quartiere, si possano creare, anche con pochi mezzi, occasioni e intrattenimenti di buon livello, che nulla hanno da invidiare a quanto avviene in centro.
Tutta la comunità è stata coinvolta: i più piccoli e gli adulti presso le strutture della Parrocchia, che sono state allegramente “occupate” per tutta la giornata; i giovani presso lo skatepark, dove nel giro di pochi giorni, e senza contributi dal Comune, i ragazzi del quartiere hanno allestito un evento originale e coinvolgente che ha attirato persone anche da altri comuni.
Soprattutto un evento che si è svolto senza problemi di alcun tipo (pioggia a parte) e che ha reso evidente che i giovani del Matteotti hanno senso di responsabilità e capacità organizzative, e che sono in grado, se incoraggiati e sostenuti, difare emergere il meglio del quartiere.
Altro che Bronx.

SOCIALISTI IN FRANCIA, SOCIALISTI IN ITALIA

Il risultato delle elezioni in Francia dimostra che è giunto il momento di buttarsi dietro le spalle tutte
le scelte sbagliate che la sinistra riformista ha compiuto in Italia negli ultimi vent’anni. Hollande ha vinto in Francia con limpidità dichiarando di non voler accordi con forze estremiste. Grazie al voto francese, oggi, è possibile un’Europa più equa, democratica e solidale. Le elezioni amministrative in Inghilterra, dove vincono i laburisti, confermano che è in atto una tendenza nuova e significativa. Si chiude un ciclo politico che ha impoverito l’Europa e l’Italia soprattutto. Il nostro Paese con Bossi e Berlusconi è diventato meno giusto e meno solidale. La ‘sinistra delle riforme’ dovrebbe sedersi attorno a un tavolo per discutere di una strategia condivisa.
Con l’obiettivo di costruire la ‘Casa dei Riformisti’, un movimento composto da quanti si riconoscono sotto il cielo del socialismo europeo aperto, a cominciare dalla denominazione -Socialista e Democratico, alle culture laiche e liberaldemocratiche eredi delle storie che hanno reso l’Europa libera ecivile. Con i socialisti è possibile tracciare e cambiarela Storia dei prossimi anni. L’antipolitica e l’antipartitismoantidemocratico non servono all’Italia.
Anche a Saronno è con i socialisti che è possibileraggiungere risultati di libertà e giustizia. Da domani
sarà il lavoro la nostra priorità politica. Mai piùl’uso fraudolento di partite iva, lavoro a progetto e associati in partecipazione. 
È giunto il momento di rafforzare il progetto socialista.


Craxi e l'Italia della tripla A

Si ripresenta spesso il tema della “cattiva  politica economica” del governo Craxi nelle discussioni, nelle prese di posizione di giornali da parte dei nemici giurati dello scomparso che giace in un piccolissimo cimitero Cristiano  a fianco della Medina di Hammamet. Craxi non può replicare e così si può fare scempio della verità senza nessuna conseguenza.
Si ignorano, a mio giudizio, due elementi che non si vogliono riconoscere. Uno ci riporta alla Conferenza Programmatica del PSI di Rimini del 1982 i cui esiti vennero sistematicamente osteggiati dalle due principali forze politiche del tempo, ossia il PCI in primo luogo e dalla DC in buona compagnia con la CGIL ed alcuni autorevoli quotidiani. E’ opportuno ricordare soltanto alcuni dei tanti temi affrontati: IL RILANCIO DELLA ECONOMIA E DELLA OCCUPAZIONE , LE POLITICHE PER IL BILANCIO,  LE RIFORME DELLE ISTITUZIONI- PARLAMENTO E GOVERNO.
La rilettura di quei documenti ci possono testimoniare della attualità e della lucidità di analisi e della lungimiranza delle politiche per affrontare, allora, il cambiamento. Poco o nulla è stato possibile fare per le resistenze e le forti opposizioni che il progetto aveva incontrato sul suo cammino. La principale era il rifuggire dalle responsabilità  a causa della  impopolarità che poteva conseguire dall’assumere le necessarie decisioni ( Il Ministro Fornero diceva “ non siamo qui a distribuire i cioccolatini, a quello ci pensavano i Partiti “).
Vittorio Foa, onesto testimone e protagonista di quegli anni, non sospetto di amicizia per Craxi, ha scritto  “Dal settembre 1984 diressi per tre anni il centro economico della CGIL e allora mi preoccupai della eccessiva disponibilità del Sindacato ai disavanzi di bilancio…..mi colpiva la facilità con la quale la Segreteria Confederale chiedeva al Governo soldi…..senza chiedersi chi e come avrebbe pagato il conto. Respinsi l’idea che in un mercato aperto il deficit si paga da sé”. Proseguiva “ Nella indifferenza della sinistra storica verso l’inflazione e l’indebitamento pubblico vi è certo un elemento culturale, l’illusione monetaria”
Tornando agli inizi del governo Craxi (1983-87) è opportuno ricordare che il deficit di bilancio ammontava a 50.000 miliardi di lire e la produzione industriale era crollata del 7% , mentre la borsa era rimasta chiusa per tre giorni per evitarne il tracollo. E’ da queste condizioni che iniziava il governo Craxi .
Nella relazione che il Presidente della Banca d’Italia Carlo Azelio Ciampi dichiarava “ nel 1986 si sono concentrati i risultati i frutti di una azione tenace e di tendenza positiva come non era avvenuta da quando la prima crisi petrolifera “.  Questi risultati dicevano che la crescita della produzione era aumentata de2,6% mentre la domanda era stata del più 3,2%, il fabbisogno Statale era stato contenuto entro i 110.000 miliardi lire, che al netto degli interessi e delle regolazioni di debiti pregressi era sceso da 47.000 a 36.000 mila miliardi. Proseguendo si può aggiungere che dal 1983 al 1987, oltre al risanamento della economia reale, con il ritorno al profitto delle imprese, si era riusciti a conseguire il miglioramento della finanza pubblica passata dal 14 all’ 11,3% del prodotto interno lordo e il tasso di inflazione scese  dal 16 al 4%, grazie anche al referendum sulla scala mobile .
Quando iniziò Mani Pulite il debito pubblico Italiano era di 795 miliardi di euro ( secondo calcoli elaborati da Oscar Giannino ) è risalito alla astronomica cifra di 1931 miliardi di euro a giugno dello scorso anno che, messi in rapporto al PIL, sono passati da 85% al 120%. L’incremento del debito è stato costante in tutti i governi con alcune differenze  significative. Con il governo Amato/Ciampi l’indebitamento era cresciuto a 185 milioni di € al giorno, con il governo Berlusconi la crescita raggiunge i 330 milioni/ giorno, con il governo Dini 207,3, con il governo Prodi 1 scende 96,2,  con D ‘Alema scende ancora a 76,3, con Amato risale 124,5, con il governo Berlusconi (2001-2006 )si stabilizza a 124,3, scende con il Prodi (2007-2008)  297,5 e quindi ancora con Berlusconi (2008-2011 ) a 217,8 sempre in milioni/giorno.
Come è facile concludere è stato il governo Berlusconi che ha prodotto il più alto incremento del debito, ma cresciuto con tutti i governi che si sono alternati  durante la seconda Repubblica.
Gli storici si dovranno occupare di scrivere la storia della così detta “Seconda Repubblica”, ma intanto ritengo sia onesto ed importante fare alcune riflessioni sulle responsabilità della “ Politica Politicante “ nei confronti della storia recente e  delle giovani generazioni per non avere affrontato con sistematicità le indilazionabili riforme che hanno generato le fortissime diseguaglianze e il disastro sociale che stiamo vivendo con grande apprensione e incertezza per il futuro.
Molti dovrebbero chiedere scusa e ritirarsi a meditare.

Tito Francesco Tosi
Membro del Direttivo Provinciale del PSI 

I barbari sognanti li preferiscono in contanti

Quanto sta accadendo in questi ultimi giorni ha le sue premesse nella frottola su cui Lega Nord ha costruito le sue fortune negli ultimi vent’anni. Rivendicare la diversità e far credere di essere un movimento “popolano” non è bastato. Il ceto politico della lega è alla deriva. Ha abusato del denaro pubblico. Ha alimentato degenerazioni familistiche da basso impero. Il ceto politico leghista è convinto che riuscirà a beffare ancora
una volta i cittadini delle regioni del Nord. Alcuni dirigenti battono la gran cassa sulle dimissioni dei loro esponenti compromessi nelle truffe pensando che tutto tornerà come prima. Questa volta non sarà così! I cittadini del Nord si aspettano riforme vere: riforme della pubblica amministrazione, riduzione della spesa pubblica ed eliminazione degli sprechi, servizi pubblici efficienti e funzionali al rilancio e alla crescita
economica dell’intero paese, maggiore democrazia e maggiore giustizia sociale, serie politiche pubbliche contro l’evasione fiscale e tutele serie per i lavoratori, lavoro per i giovani.
I socialisti negli ultimi mesi hanno denunciato a livello nazionale le equivoche politiche leghiste. Nel 2008, durante la campagna elettorale per le elezioni provinciali di Varese, siamostati sbeffeggiati per le nostre dichiarazioni sulla necessità di politiche solidali. “Ai varesini interessano i soldi”, diceva un noto leghista. Noi socialisti diciamo che varesini e lombardi sono dediti al lavoro e aspirano a mantenere e preservare il
loro tenore di vita. Non per questo sono senza principi e senza coscienza.
I socialisti rappresentano l’autentica sinistra riformista, l’unica forza che non ha mai smesso nella sua denominazione il riferimento ai principi e ai valori repubblicani della libertà, della solidarietà, dell’uguaglianza e della giustizia, una riserva democratica per il futuro di questo paese. Bisogna eleggere una nuova Assemblea Costituente per rifondare il sistema politico e dei partiti. I socialisti ci sono.


Comunicato Stampa: Testamento Biologico a Saronno

Mentre il nostro pensiero e la nostra comprensione vanno al popolo leghista, così duramente colpito dalle recenti  vicende che riguardano il suo leader e l’”anello magico” che lo ha soffocato, riteniamo che sia frutto della confusione del momento l’articolo di Angelo Veronesi sulla mozione relativa al registro delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento inizialmente proposta dai Socialisti ed approvata lunedì nel Consiglio Comunale di Saronno.
Le dichiarazioni anticipate di trattamento (abbreviate: DAT) sono, per l’appunto, dichiarazioni che una persona fa, in condizioni di intendere e volere, circa il modo in cui vuole essere trattato dal punto di vista medico quando e se non sarà più in grado di farlo di persona.
Le DAT sono un diritto del  cittadino, come anche la Comunità Europea conferma, e non si capisce l’affermazione secondo la quale sarebbero legate ad una “ ideologia leninista che vede nello Stato l'unico e il solo detentore del diritto di sovranità”; qui si tratta esattamente del contrario: con il registro delle DAT al cittadino è consentito dichiarare quello che lui vuole, non quello che vuole un parente, con il quale magari è in contrasto, oppure un medico sconosciuto che di lui specificatamente nulla sa e nulla importa. E il registro diventa il modo con cui il cittadino può rendere vincolante per i terzi la propria, autentica, volontà.
Piuttosto non vorremmo che il tentativo di bloccare l’introduzione del registro da parte di quelle “forme di autonomie locali che difendono le libertà di espressione del cittadino” fosse, invece, il modo per impedire quella libera e diretta manifestazione di volontà.
Ma se una disposizione di fine vita può essere depositata da un notaio, come sembra accettare Veronesi, perché dovrebbero esserci qualcosa di sbagliato nel depositarla in un registro pubblico? Cosa introduce il registro che già la dichiarazione non contenga?
Mentre il testamento è uno strumento che viene aperto dopo la morte, non prima, il registro delle DAT serve semplicemente per coprire l’arco di tempo che intercorre tra l’incapacità di comunicare e l’eventuale morte, per ricordare la libera scelta di chi non può farlo e per far sì che se ne tenga conto.
Uno strumento, dunque, non un fine o un’ideologia. E nemmeno l’anticamera dell’eutanasia, perché le volontà depositate nel registro possono essere le più varie: alcuni potrebbero chiedere di essere tenuti in vita finché neanche le macchine possano più sostenere neppure una parvenza di vita, e questa richiesta va rispettata, magari a dispetto di parenti che vorrebbero staccare la spina ed ereditare, altri invece vorrebbero dichiarare quali sono i segni vitali in assenza dei quali preferirebbero essere lasciati andare, ed anche questi hanno diritto che la loro voce sia ascoltata.
L’eutanasia non c’entra, ripetiamo.
Forse Veronesi dovrebbe riflettere, invece, sul mito di Frankenstein: oggi le macchine possono fare sempre di più per sostenere una parvenza di vita, ma senza l’anima, o, peggio, tenendola prigioniera, con il rischio che l’arroganza dell’uomo che si trastulla con il proprio giocattolo tecnologico lo porti a volersi sostituire al Dio che, a parole, dichiara di onorare.

Marco Arluno, Segretario Partito Socialista Italiano - Sezione di Saronno


I SOCIALISTI PER LA RESTITUZIONE DEI PROVENTI DELLA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE

Perché ritorniamo sul tema? Perché senza il recupero fiscale, in Italia non riprenderanno gli investimenti e la
crescita sarà compromessa. Non si tratta, però, come pensa il ministro Passera, soltanto di una battaglia culturale. La lotta all’evasione fiscale ha bisogno di atti concreti. I dati sugli importi medi dei redditi dichiarati
dai lavoratori dipendenti e dai loro datori di lavoro, sono lì a dimostrare quanto sia grande e diffusa l’illegalità nel paese. È un quadro sconfortante! Ma non nuovo.
Si ricorderà che nel 2008 furono messi on line dall’allora ministro Visco i redditi del 2005 degli italiani. Chi ebbe occasione di consultarli, riguardandoli in questi giorni e confrontandoli con il dibattito del presente ne ricava una amarezza enorme. Nulla è cambiato, anzi, verrebbe da dire che la situazione è peggiorata. 
La considerazione vale anche per i saronnesi, ripensando alle dichiarazioni che comparvero fugacemente sulla rete. Il fisco quindi è un’emergenza nazionale e la lotta all’evasione fiscale non è rinviabile. Per condurre la lotta all’evasione fiscale bisogna affinare le strategie di contrasto all’illegalità e conoscere in modo approfondito il fenomeno.
Analisi settoriali per tipologia di contribuenti, interscambi informativi con il sistema allestito dall’Agenzia
delle Entrate, è quanto bisogna incominciare a fare anche a livello locale. La “ReteComuni”, un’associazione di comuni, proposta dall’ANCI, va nella direzione appena ricordata. Anche a Saronno dovremmo incamminarci in questa direzione, se vogliamo che il cambiamento sia
reale. Infine, dichiariamo il nostro programma: restituire ai cittadini, ai contribuenti onesti, i proventi dell’azione di contrasto.

Socialisti: riparliamo di scuola

Il Ministro Profumo ha annunciato per il prossimo settembre gli Stati Generali della scuola. Gli ultimi, nel 2001, inventarono la scuola delle tre I (internet, inglese, impresa). Il risultato di questo decennio ha prodotto uno spread culturale che è sotto gli occhi di tutti. Il ristagno produttivo italiano e la scarsa
capacità d’innovazione, sono il frutto anche del limitato bagaglio culturale della popolazione. Dalle indagini comparative emerge un dato di cui nessuno parla volentieri: solo una parte minoritaria degli italiani ha strumenti sufficienti per orientarsi nella complessità di una società moderna. In Italia c’è ancora (constata Tullio De Mauro) un 66% di persone con insufficiente alfabetizzazione, mentre in Svezia sono al di sotto del 30%: in cifre assolute si tratta di più di trentadue milioni di persone. L’azione dei “Tempi della città” in cui è stata avviata l’alfabetizzazione informatica della popolazione adulta di un quartiere saronnese è un modestissimo esempio di cosa si dovrebbe fare su scala allargata. Il governo Monti non si è ancora pronunciato su come intenda risolvere la questione controversa di far partecipare le scuole alla costituzione di fondazioni finalizzate al sostegno economico della propria attività. Consigliamo a Monti e Profumo una politica socialdemocratica, come avviene nei paesi europei governati dai socialisti: si tassino le rendite finanziarie e si investa il ricavato nella formazione delle giovani generazioni. Solo così si crea futuro. Infine ricordiamo che il Ministero Istruzione Università e Ricerca (Miur) ha chiarito che il contributo chiesto dalle scuole alle famiglie deve avvenire su base volontaria. Nessuna scuola può obbligare al versamento di una cifra stabilita autonomamente (e che non fa parte delle tasse obbligatorie). Si dice, inoltre, chiaramente che i contributi volontari sono
detraibili nella dichiarazione dei redditi. Sarà bene che le famiglie vengano informate. Forse il Ministero sta introducendo nella confusione un po’ di chiarezza, ma la linea di marcia non è ancora del tutto chiara. Noi socialisti ritorneremo con più frequenza sul tema per rilanciare anche in sede locale il nesso scuola e democrazia.

Virtù civiche corruzione crisi economica nella Lombardia di Formigoni

Nel febbraio del 1993 fu pubblicata in Italia una ricerca del politologo americano Robert Putnam (Making democracy work. Civic tradition in modern Italy; Far funzionare la democrazia. Tradizione civica in Italia) sull'efficienza del modello regionale. Prima di pubblicare la loro ricerca e giungere alla conclusione che le regioni del Mezzogiorno si collocavano all'ultimo posto nel rendimento istituzionale per via di "familismo amorale" e "legame di clan", Putnam, insieme a Robert Leonardi e Raffaella Nanetti, aveva studiato le nuove istituzioni per vent'anni. Le regioni erano state inaugurate, infatti,nel 1970.
La Lombardia, nell'indagine di Putnam, non ne usciva benissimo: si collocava dopo Umbria. Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e Friuli, ma pur sempre fra le regioni di testa. Le altre regioni a seguire, fanalino di coda Calabria e Campania. La domanda che si poneva Putnam riguardava il funzionamento dei modelli democratici. Perché alcuni governi democratici funzionano e altri no? La risposta fu individuata nel grado di senso civico delle comunità regionali. Sembrava che le virtù civiche dovessero rendere la società lombarda immune da corruzione e degrado politico. Così non è stato! Del resto, la capitale morale era già entrata in crisi con Tangentopoli, ma neppure si può dire si sia riscattata nei vent'anni successivi come dimostrano le recenti inchieste riguardanti Filippo Penati (vicepresidente del Consiglio regionale lombardo), esponente di primo piano del Partito Democratico e Davide Boni (presidente del Consiglio regionale lombardo) della Lega Nord. Per non parlare degli esponenti del PdL.
Sfiducia reciproca, isolamento, sfruttamento, dipendenza dai potenti, solitudine, disordine, criminalità, caratteristiche che un tempo si attribuivano soltanto al Sud sono ora diffuse e presenti non meno nella società lombarda. L'elevata dose d'ipocrisia che deriva dalla presenza del mondo della finanza che rende tutto criptico e poco decifrabile contribuisce ad alimentare ulteriori zone grigie.
Nel 1979, Leonardo Sciascia pubblica un libro dal titolo, "La Sicilia come metafora". La Sicilia diventava per Sciascia l'immagine esemplare delle tendenze più perverse che si sarebbero affermate nell'intera realtà italiana. Quando all'epoca lessi il libro di Sciascia, ne fui infastidito, pensai che fossero esagerazioni destituite di fondamento. Oggi, la Lombardia è a un bivio: il quindicennio di Roberto Formigoni è lì a dimostrare che la democrazia funziona se c'è ricambio, altrimenti degrada. La regione è come se avesse subito un'occupazione straniera: "leghisti", "ciellini", "forzaitalioti" e alcune frange del centrosinistra hanno provveduto ad inquinare non poco le "virtù civiche" di cui parlava Putnam. Sembra di essere al tempo degli spagnoli, quando i valori civici venivano mortificati da una classe dirigente soggetta allo straniero e l'avvocato Azzeccagarbugli si schierava con i potenti contro il povero Renzo Tramaglino.
Dal 1997 al 2008 (dati Eurostat) il Pil della Lombardia è in costante decrescita. Regione Lombardia non è neppure virtuosa economicamente come vorrebbe il presidente Formigoni. La corruzione penetrata nei meccanismi economico-produttivi è motivo di rallentamento delle crescita e il danno incomincia ad essere palese. Ripristinare la morale pubblica è urgente, non solo per una questione di civiltà e democrazia, ma per battere il declino cui stiamo assistendo nella regione un tempo più ricca d'Europa. 



SARONNO: I socialisti sulla nomina del nuovo assessore a mobilità e ambiente

La riunione del Centrosinistra, presenti le segreterie e gli amministratori del PD del PSI, di Tua Saronno, dell'IDV e di Sinistra Saronnese, del 14 marzo 2012 si è conclusa con importanti novità che hanno visto il Sindaco assumere decisioni di rilievo per la vita amministrativa della città.

La prima decisione e proposta del Sindaco riguarda la nomina di un nuovo assessore cui verranno attribuite le deleghe all'ambiente ed alla mobilità. Noi socialisti valutiamo che la Giunta possa uscire rinforzata da questa decisione e l'attività dell'Amministrazione ricevere quell'impulso che le consentirà di concludere presto e bene impegni importanti, come il PGT, l’ipotesi di Accordo di Programma per le Aree dismesse, il nuovo bando per i trasporti pubblici, la nuova ZTL, il piano dei parcheggi, il potenziamento delle zone 30, etc.

La seconda decisione e proposta del Sindaco è quella di affidare un incarico ad un professionista per sostenere l'attività dell'assessore Campilongo nel delicato accompagnamento del PGT; anche in questo caso noi auspichiamo che la decisione del sindaco possa avere l'effetto auspicato di potenziare ulteriormente l'attività dell'Amministrazione.

Alla luce di queste decisioni del Sindaco, la segreteria del PSI, ha valutato con i professionisti designati a suo tempo nel gruppo di lavoro del PGT (Architetto Genni Scorza e Architetto Fabio Leto) che l’originaria funzione di supporto per cui erano stati indicati possa considerarsi esaurita.
La presenza di un articolato sostegno professionale all'assessore così come si è delineato, non giustifica a nostro modo di vedere la necessità di ulteriori apporti tecnici. Essi usciranno pertanto dal gruppo di lavoro del PGT composto dai tecnici di maggioranza. La nostra scelta è da intendersi come un contributo alla semplificazione del processo decisionale e per renderlo più rapido.

La segreteria del PSI, coglie l'occasione per ribadire che rimane parte attiva dei processi in corso, e fornirà, comunque, contributi e valutazioni sui processi urbanistici, secondo il principio di tutelare l'interesse pubblico prevalente in ogni decisione amministrativa.

La segreteria del PSI di Saronno è certa che queste fondamentali decisioni del Sindaco consentiranno di trovare soluzioni in tempi rapidi alle numerose questioni di vitale importanza per la città, che affollano l'agenda dell'amministrazione e che necessitano di soluzioni non più procrastinabili.

SEGRETERIA PSI SARONNO

Lombardia, metastasi della corruzione (di Roberto Biscardini)

Fatta salva la presunzione di innocenza per ciascun indagato e al di là delle singole vicende giudiziarie, che hanno pesantemente interessato la Lombardia in queste ultime settimane, ci sono questioni di sistema da mettere al centro della nostra attenzione.
Il caso della Lombardia potrebbe essere da manuale. Il sistema politico lombardo, e non solo quello milanese, fu devastato dalla tangentopoli del ’92-‘93. Quel sistema, responsabile sul piano giudiziario di reati connessi soprattutto al finanziamento illecito dei partiti, fu sostituito da un altro che si è macchiato, come ammettono oggi apertamente autorevoli esponenti del Pool di allora, di fenomeni estesi di corruzione personale e di gruppo.
Ciò è avvenuto in pochissimo tempo, e si è consolidato nel corso di questi ultimi vent’anni, da parte di quella classe politica di “riciclati” che, con più o meno virulenza, cavalcò il bisogno di cambiamento del “vecchio” per sostituirlo con il “nuovo”. Loro. Innanzitutto la Lega Nord, Forza Italia, nella sua duplice veste berlusconiana e formigoniana, e l’Msi. Presero il potere e tra le elezioni comunali del 1993 e le regionali del 1995 occuparono manu militari tutte le principali istituzioni della regione.
Per definizione meglio “di quelli di prima”, costruirono in brevissimo tempo un sistema di potere pressoché perfetto, contando su due fatti che si sono dimostrati veri. Non ci sarebbe stato di lì a poco un altro Pool alle loro calcagna e una iniziativa come quella di tangentopoli non si sarebbe mai più ripetuta con la stessa forza. Quindi, ritenendosi impunibili, si sono messi ad operare a testa bassa, impiantando un sistema corruttivo diffuso. Quale? Quello che si sa. Quello che si dice in giro. Quello che, al di là delle responsabilità dei singoli, si è fondato sull’alleanza politica e di interessi tra Formigoni e la Lega Nord, tra PDL e Lega in ogni comune e provincia, durata troppo a lungo e senza sostanziali alternanze. Il modello Compagnia delle Opere nell’economia reale e di Comunione e Liberazione nel sistema di potere dei servizi, nella sanità, nelle aziende partecipate della Regione e dei comuni, Milano compreso. Una rete di connivenze che ha consentito a Formigoni di strafare e alla Lega e agli ex fascisti in ogni realtà locale di occupare posti e il territorio.
Un sistema politico che, per il bene dell’economia lombarda e dei suoi cittadini, dovrebbe farsi da parte prima di essere travolto giorno dopo giorno da una nuova ondata giudiziaria. Lo chiede, ancora sottovoce, una parte dell’opinione pubblica, preoccupata che un’eventuale nuova tangentopoli possa sfasciare tutto, danneggiando come allora anche cittadini onesti e imprese operose. Portandosi via, come allora, il bambino insieme all’acqua sporca. Un’opinione pubblica che, nonostante tutto, spera ancora che dalla politica possa nascere una fase nuova. Affinché sia la politica e non la magistratura a trovare una soluzione alternativa.
Prima che arrivino i Pm a massacrare la città, quando decidessero di entrare nella prateria degli appalti, degli intrecci tra urbanistica e affari, della sanità, della formazione professionale e delle aziende pubbliche.
Lo chiedono i cittadini e le imprese che hanno bisogno di riscoprire le regole della competizione, della libera concorrenza, nelle professioni oggi non più tanto libere, stufi delle cooperative di comodo che operano nel settore dei servizi e delle assunzioni fatte con il voto di castità, povertà e obbedienza. Obbedienza soprattutto, sempre senza concorsi. Una questione di libertà prima ancora che morale.
E come risponde a queste considerazioni il sistema di potere che oggi comanda in Lombardia? In modo semplice: “State zitti voi della sinistra, che mangiate nel nostro piatto oltre che nel vostro. Non c’è appalto che dipenda da noi nel quale non ci siate anche voi, attraverso le vostre cooperative rosse. Anche nel mondo dei servizi uno spazio per voi l’abbiamo sempre lasciato. Eccetera, eccetera”.
Oppure: “E il sistema Sesto San Giovanni? O del Sud Milano? Non era mica roba nostra. Ma vi ricordate quando avevate il collettivo architetti nella sede del PCI chiamato a fare tutti i piani urbanistici dell’hinterland? Chi decideva della rendita nelle zone di espansione? Voi. Il PCI e le vostre cooperative. Oggi non stiamo facendo altro di diverso da quello che avete fatto voi”.
Ma la frase più forte è quella che tocca di più la pancia della politica: “Per fortuna che ha vinto Formigoni, perché se avesse vinto Penati saremmo già tutti a casa”. E ancora: “Noi centralisti? Noi accusati di occupare tutti gli spazi di potere fino all’ultimo infermiere? Non è così. Noi abbiamo garantito la libertà della persona, la difesa della famiglia, contro una pericolosa visone statalista”.
Un bel clima. Come si vede. Con una politica distrutta dal falso bipolarismo, dal potere fuori controllo che l’elezione diretta assegna ai presidenti delle giunte regionali, provinciali ed ai sindaci. Con uno schieramento riformista da costruire in breve tempo intorno ai valori del buon governo, con una nuova idea di sviluppo civile ed economico della Lombardia, delle cose da fare e non degli spazi da occupare. Con una sinistra assolutamente impreparata che alla fine, come ai tempi di Occhetto, cova il desiderio di poter vincere sulle disgrazie altrui. Un sinistra che chiede le dimissioni di tutti, per andare al voto anticipato, ma non si capisce con quale progetto e quali uomini intende candidarsi a sostituire vent’anni di centrodestra.


I GIOVANI SOCIALISTI SULL’AGGRESSIONE OMOFOBA A LUINO

COMUNICATO STAMPA:


In una nota discoteca di Luino, sabato 17 Marzo, si è verificata l’ennesima aggressione omofoba: secondo la denuncia di Arcigay, 7 ragazzi sono stati malmenati ed allontanati perché omosessuali.
Gli episodi di intolleranza e di violenza verso chi esprime liberamente e pubblicamente il proprio orientamento omosessuale stanno assumendo carattere endemico, dalla Sicilia alla nostra provincia, rendendo non più prorogabile un intervento del legislatore: l’approvazione di una legge anti-omofobia ed a tutela della comunità LGBT è necessaria ed urgente.
Purtroppo il linguaggio discriminatorio e l’azione politica ipocrita di una  classe politica straordinariamente conservatrice non favoriscono  l’emancipazione ed il rispetto delle realtà LGBT, che, oltre alle aggressioni violente, subiscono continue ingiustizie da parte dello Stato che, disattendendo l’art. 3 della Costituzione (“tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”) calpesta quotidianamente i diritti degli individui.
Per questi motivi chiediamo immediatamente l’approvazione di una legge anti-omofobia e l’apertura di una discussione seria, laica e approfondita sulla liberalizzazione del matrimonio. Non sarà possibile considerare rispettato l’art. 3 della Costituzione fino a quando sarà impedito agli individui di esprimere la propria affettività nelle forme previste dalla legge, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale.
Consapevoli delle posizioni conservatrici attualmente maggioritarie in sede legislativa, è nostra intenzione trasferire questa battaglia di libertà dove lo consentono la normativa e le nostre energie: a livello locale.
La Federazione dei Giovani Socialisti e il PSI della Provincia di Varese si attiveranno nei prossimi mesi per l’approvazione nei comuni della nostra provincia di delibere istitutive di Registri delle Coppie di Fatto e di delibere anti-discriminazione.

Riccardo Galetti – Coordinatore Federazione dei Giovani Socialisti della Provincia di Varese

SARONNO: I SOCIALISTI E UNA NUOVA MAPPA DEL TRASPORTO LOMBARDO

Sarà discussa prossimamente in Consiglio Regionale la Legge regionale sul “Trasporto pubblico locale”. Il tema del riordino della mobilità su gomma risale al 2008 e la nuova legge si propone di introdurre economie ed una diversa organizzazione in un settore piuttosto segmentato (bus urbani e pullman extraurbani). Da quanto sin qui pubblicato sembrerebbe che Saronno, sia nella proposta della maggioranza che in quella dell’opposizione, abbia poco risalto, pur essendo il terzo nodo ferroviario della Lombardia per importanza, dove l’interscambio gomma-ferro si fonda su consistenti flussi di pendolari. Un efficiente e funzionale servizio di pullman che dai paesi circostanti trasporti i pendolari alle stazioni di Saronno è condizione per ridurre il traffico e l’inquinamento che insistono sulla città. Per fare ciò è indispensabile una concertazione fra le autorità amministrative delle località i cui abitanti fruiscono delle stazioni di Saronno e quelle della nostra città.
Il nostro territorio è diventato un bene raro e non può più essere considerato un servizio gratuito o quasi per pendolari che qui solo parcheggiano e transitano. Parte essenziale della partita deve essere Trenord, cui chiediamo di collaborare con la città nel ridefinirne il ruolo come cardine di una mobilità sostenibile, contribuendo con aree di interscambio, potenziamenti funzionali e nuovi modelli di fruizione, quali, ad esempio, il car sharing a impatto ecologico zero.
Un biglietto integrato che favorisca il trasbordo da gomma su ferro e viceversa può essere un altro passo
verso un’evoluzione positiva del traffico privato. E’ comunque arrivato il momento di rivedere i trasporti sul nostro territorio, perché Saronno non può più sopportare da solo il costo economico, sociale e ambientale di servizi così importanti per la ripresa e la competitività dell’intera area.

PSI UN PARTITO RINNOVATO E IN CRESCITA APERTO AI CITTADINI

La campagna d’adesione al Psi per il 2011, ha fatto registrare a livello nazionale un sensibile incremento degli iscritti che crescono del 25% rispetto al 2010. Un dato confortante che dimostra la vitalità del PSI e che costituisce un ottimo viatico anche sul piano locale. Anche la sezione di Saronno ha
fatto la sua parte.
Il PSI può dirsi un’associazione di cittadini democratici, un partito che dal passato ha saputo trarre gli
insegnamenti giusti per affermare il rispetto dell’art. 49 della Costituzione. Siamo convinti che i partiti e gli organi di stampa di partito non dovrebbero godere dei finanziamenti pubblici se non rispettano le regole di trasparenza previste dalla Costituzione. Se si fosse posto più attenzione al controllo sulla gestione
dei finanziamenti, tramite l’affidamento ad una società esterna al partito della revisione contabile, non ci troveremmo di fronte alla truffa di un partito che non esiste più come la ex Margherita. Il PSI è un partito antico e moderno. Non ha vergogna della sua identità. Nato per tutelare i lavoratori continua a farlo, nelle forme aggiornate che i tempi impongono. Sul lavoro noi diciamo che l’articolo 18 non è un totem, ma chiediamo anche che la ministra Fornero spieghi come intende tutelare gli oltre 4 milioni di precari, giovani e laureati, che non hanno possibilità di entrare nel mondo del lavoro e di progettare il loro futuro. E’ un errore pensare che la riforma dell’articolo 18 sia il punto di partenza per riformare il mondo del lavoro. Deve
essere, al contrario, l’ultimo tassello di un percorso di riforme in grado di garantire tutele e nuovi diritti per chi non ne ha e di favorire politiche di crescita e di sviluppo. Il PSI è il partito di Sandro Pertini, il presidente socialista, protagonista del nostro tempo e della storia d’Italia, che ha speso la sua vita a favore della giustizia sociale e della libertà. Per rendere le istituzioni più vicine ai cittadini, per rinnovare il sistema politico, iscriviti
al Partito Socialista Italiano.

In memoria di Marino Battaglin (1945-2012)


Marino Battaglin ci ha lasciato. E' stato un compagno tenace, un amministratore capace. Nel corso deli anni '80 e '90 del secolo scorso nel Consiglio Comunale di Castiglione Olona come consigliere e assessore maturò una preziosa esperienza che poi mise a disposizione  dei Socialisti del Tradatese. Aderì  con entusiasmo alla Costituente Socialista e militò nel PSI per la libertà e la giustizia sociale nell'Italia unita e democratica.

Ho parlato a lungo con Marino alla vigilia di Natale del 2011. Nel comunicargli che Renato Soma lo aveva ricordato nel suo recente libro " I Socialisti Varesini " si era commosso. Malato, osava sperare che in occasione del 120° anniversario di fondazione del PSI si superasse la divisione della sinistra italiana.
Alla generosa figura di Marino i compagni della Federazione Provinciale di Varese devono un rinnovato impegno e alla famiglia  porgono le condoglianze della comunità socialista varesina.
 

Carlo Biotti

Direttivo PSI Varese giovedì 23 febbraio

Care compagne/i,
il direttivo provinciale è convocato per giovedì 23 febbraio 2012, alle ore 21.00, presso la Cooperativa Arnatese, Via Checchi 21 - Gallarate.

All'odg i seguenti argomenti:
  1. Resoconto direzione regionale 14 gennaio 2012;
  2. Bilancio  tesseramento 2011 e prospettive 2012;
  3. Attribuzione incarichi e formalizzazione segreteria provinciale;
  4. Elezioni amministrative 2012
  5. Campagna nazionale "La Lega ha fatto flop";
  6. Quadro politico generale e situazione regionale; 

Come sempre il direttivo provinciale è aperto a tutti gli iscritti che sono invitati a partecipare. 

Fraterni saluti
Beppe Nigro

Lettera aperta al Presidente dell'UNIVA Giovanni Brugnoli


Egregio presidente Brugnoli,
Roberto Napoletano, direttore de "Il Sole 24 ORE", sul Domenicale del 12 febbraio 2012, nella rubrica Memorandum (La lezione di Gallarate e lo spirito che serve all'Italia), racconta della sua partecipazione alla giunta dell'Unione industriali di Varese di mercoledì 8 febbraio 2012.
Di quell'incontro Napoletano restituisce al lettore un interessante resoconto. A destare interesse non sono però le rappresentazioni oleografiche che confermano quanto già sapevamo: "una provincia tra le più dinamiche del Paese nelle capacità di esportare il made in Italy. Persone che vivono fabbricando prodotti che si possono toccare e si vendono nel mondo. Gente concreta, modi semplici e diretti".
L'abnegazione verso il lavoro è un dato costitutivo delle genti del territorio varesino, come pure di quegli italiani arrivati nel  secondo dopoguerra e degli ultimi arrivati provenienti da paesi lontani, un "melting pot", mi verrebbe da dire, vincente. La popolazione della provincia di Varese è raddoppiata in poco più di mezzo secolo grazie alle ondate immigratorie che si sono succedute. La sponda varesina del Lago Maggiore vanta invidiabili bellezze paesaggistiche, ma ha nella ricerca del lavoro la causa prima della sua attrattività. A onor del vero, se mi si chiedesse quali sono le maggiori novità degli ultimi 5 lustri, non trascurerei di ricordare l'insediamento di due importanti realtà universitarie che interagiscono in modo rilevante con il sistema produttivo, oltre che fornire un significativo contributo nel campo della formazione delle giovani generazioni. Cosicché oltre al lavoro industriale, oggi anche ricerca e formazione rappresentano punti di forza.  
La vera notizia è però un'altra. Si tratta del sentimento di patria che Il direttore Napoletano ha riscontrato fra i membri della Giunta dell'UNIVA. Infatti, egli scrive di essere rimasto colpito da "un richiamo costante e diffuso all'orgoglio di essere italiani".  E poi sottolinea la nostalgia di uno degli esponenti della giunta UNIVA per la "visione politica di lungo termine che furono proprie del centrismo degasperiano e del primo centrosinistra".
Mi viene da chiedere se non sia "passata la nottata". Se non sia finita la sbornia iniziata vent'anni, quando la provincia di Varese  sale alla ribalta delle cronache nazionali più per le smanie separatiste che non per il suo sentimento di italianità.
Ho recentemente avuto occasione di fare conoscenza con il presidente Giovanni Brugnoli, presso la sede UNIVA di Saronno, dove si teneva un incontro che aveva per oggetto il recupero delle aree industriali dismesse della città. Mi è apparso personalità aperta e proiettata verso scenari globali, ancorché fortemente radicato nel territorio.
Quanto ci svela Napoletano è quindi di grande interesse per l'evoluzione futura della nostra provincia. Se il sentire di uomini importanti diventa di dominio pubblico, in questo caso il sentimento di appartenenza nazionale e l'apprezzamento per il riformismo storico, vuol dire che è iniziata una fase nuova della nostra comunità locale e nazionale, non fosse altro per il peso che rappresenta UNIVA e i suoi associati nel panorama dell'associazionismo industriale italiano.  
Il sottoscritto che da anni denuncia le inconcludenti e inutili derive localistiche può finalmente sentirsi meno solo.
Recentemente, a Milano, in Piazza Duomo, in occasione di una manifestazione di una forza politica che ama richiamare lo spirito di divisione, più che ricordare l'appartenenza ad una patria comune, il PSI - a cui mi onoro di appartenere - ha dispiegato una enorme bandiera tricolore lunga 30 metri per testimoniare il sentimento di unità nazionale in cui i socialisti si riconoscono. Gli organi d'informazione hanno oscurato la notizia, come fanno da anni verso tutto ciò che riguarda il più antico partito italiano che quest'anno festeggia il suo 120° anniversario.  Ora, scopro di essere in buona compagnia.

Giuseppe Nigro
Segretario Provinciale PSI di Varese  

E Formigoni vuole regalare alla Lega la scuola statale

Giuseppe Nigro 
La Lega chiede le dimissioni di Formigoni. Il Celeste risponde con uno strappo nei confronti dell’Unità del Paese.
Nel progetto di legge regionale della Giunta regionale della Lombardia presentato il 27 gennaio 2012, “Per la crescita lo sviluppo e l’occupazione”, si propone una modifica della L. R. 19/2007 riguardante il sistema d’istruzione e formazione regionale della Lombardia. La correzione è impegnativa, dopo il comma 2 dell’attuale art. 3, s’introducono i seguenti commi: “2 bis. A partire dall’anno scolastico 2012/2013, le istituzioni scolastiche possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale necessario a svolgere le attività didattiche annuali”. Ancora: “2 ter. È ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto professionale, che costituiscono parte integrante del bando di concorso di ciascun istituto scolastico; “2 quater. Le modalità di espletamento del bando di concorso sono definite, nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e pubblicità, con deliberazione della Giunta regionale”.
La proposta di legge si commenta da sola: in un colpo solo, Formigoni elimina il concorso statale per il reclutamento dei docenti (che per altro già è previsto su basi regionali) chiudendo con 150 anni di scuola unitaria. Mette in capo ai dirigenti scolastici un compito su cui non hanno alcuna competenza per fidelizzare al vertice regionale la componente burocratica della scuola. Nel commento di presentazione della proposta, si legge non a caso di “una maggiore libertà da parte degli istituti nella individuazione dei docenti”.
Nella partita sull’autonomia, in questo caso, non si affermerebbe la valorizzazione della professionalità docente, tanto meno il loro ruolo, condizione senza cui non ci sarà mai una vera riforma del sistema scolastico. Vincente risulterà il dirigismo della Giunta regionale.
È forte il dubbio, inoltre, che il “progetto e il patto professionale” di cui si dice, in questa proposta di legge, sia quello clericale di Comunione e Liberazione e secessionista del leghismo calante. Questo colpo di coda di un presidente regionale, stretto fra scandali di tutti i tipi, mette a rischio i capisaldi di laicità, democrazia pluralismo culturale e la libertà d’insegnamento, su cui fin qui si è fondata la scuola statale della Repubblica italiana.
La proposta di legge è chiaramente incostituzionale: il Titolo V della Costituzione, all’art. 117, non demanda e non tratta di materie relative alla forme di reclutamento del personale statale. La scuola dell’autonomia sempre più conculcata dal centrodestra, e da conservatorismi massimalisti, rispetto al disegno originario, potrà avere un senso soltanto se nel sistema complessivo dell’education, ai diversi livelli, si immettono nuovo risorse economiche e si implementano le professionalità di chi ci lavora.

Lega. Il politico idiota o l’idiota in politica?

La Lega ha fatto ‘rapire’ un libro dalla biblioteca di Sesto Calende
Giuseppe Nigro

Sesto Calende è una ridente località dalla Provincia di Varese dove termina il lago Maggiore e il Ticino riprende il suo corso, nota perché nel 1859 vi sbarcò, proveniente da Arona, Garibaldi con i Cacciatori delle Alpi per iniziare la liberazione del Nord dall’oppressione austriaca. In questi giorni, Sesto C. è ha avuto gli onori delle cronache locali, perché il sindaco leghista ha fatto sparire dalla locale Biblioteca Civica il libro di Lynda Dematteo, “L’idiota in politica. Antropologia della Lega Nord”
I fatti: la bibliotecaria acquista il libro dell’antropologa francese, pensando di compiere una scelta utile per comprendere un fenomeno politico largamente diffuso, qualcuno segnala al sindaco il gesto della dipendente pubblica. Il primo cittadino ingiunge all’Assessore alla cultura della località lacustre di chiedere in prestito il volume e di non più restituirlo. Nel frattempo la bibliotecaria è ammonita perché di sinistra e per aver interpretato il ruolo professionale con un eccesso di autonomia. Il sindaco, non contento, dichiara che - se saranno superati i termini prefissati per il prestito dei libri in lettura - l’Assessore pagherà la multa prevista. Infine il “pericoloso” volume dovrà essere acquistato e fatto sparire dagli scaffali del servizio di pubblica lettura.
Perché tanta ostilità nei confronti del libro in questione? Il libro squarcia i veli della falsità politica della Lega e del suo leader Bossi che - assumendo di volta in volta i ruoli tipici delle maschere della Commedia dell’Arte italiana - evoca nell’immaginario collettivo quel senso di sfiducia tipico delle masse popolari italiane verso le istituzioni. Oggi, che Bossi è diventato la maschera di se stesso e la stessa Lega è diventata un articolato sistema di potere, incapace di risolvere i problemi della crisi economica e sociale, è meglio far sparire voci critiche. Non basta più evocare lo spirito “popolano”, l’arroganza della semplicità (bossiana) non basta a mascherare l’arroganza del ceto politico leghista alla deriva. Il populismo antipolitico della Lega si salda, in definitiva, con le peggiori tradizioni della destra liberticida.

Coronetti e la classe dirigente varesina

Egregio dott. Coronetti,
leggo su "La Prealpina" del 31 dicembre 2011 la sua filippica contro la classe dirigente del Varesotto.  Nella sua cruda esposizione, colgo la critica al sindaco di Busto Arsizio, ma le valutazioni critiche sono indirizzate all'intera classe dirigente periferica della provincia, di maggioranza e di opposizione, Lega, PDL, PD. L'assenza di un'opposizione credibile, capace di idee e progetti alternativi al sistema leghista/berlusconiano ha reso la crisi della democrazia cui stiamo assistendo ben più grave di quella del 1992.  Il governo Monti è lì a dimostrare il fallimento del sistema politico.
Associarsi alle critiche sarebbe  comodo, ma non servirebbe  alla ricerca di quella "verità" che lei indica come primo compito della politica. In premessa un'osservazione, non le sfuggirà che quando parliamo di classe dirigente varesina, al di là della sua collocazione attuale, ci riferiamo ad un attore politico nato sull'onda della frattura del 1992 con l'obiettivo di ridisegnare il profilo istituzionale della Repubblica in chiave federale e di far assurgere le popolazioni della "Padania" ad una dimensione nazionale (sic!). Dopo vent'anni, le ragioni per cui la Lega Nord era nata sono tutte irrisolte: riforma federale sello stato, debito pubblico, riforma della pubblica amministrazione, moralizzazione della vita pubblica, neppure una di queste questioni è stata portata a soluzione. Per un partito che ha avuto a disposizione potere centrale, regionale, provinciale e ha amministrato quasi tutte le amministrazioni locali per vent'anni, il bilancio è davvero disastroso.
A partire dal 2008 la classe politica di centrodestra e leghista ha sostanzialmente occultato la verità, la crisi stessa è stata negata. Sta qui il definitivo fallimento. La crisi in provincia, semmai, ha il sapore della beffa e della truffa: si pensi a Malpensa dove la classe dirigente padana ha mostrato tutta la sua insipienza.
Non solo! Si pensi a tutto il sistema della mobilità locale che è, praticamente, al collasso. L'asse della strada statale varesina, il Basso Varesotto sono un enorme tappo. Se torniamo alla vita delle nostre città: Varese non ha ancora risolto il tema annoso dei collegamenti ferroviari e autostradali con il resto della regione, e si potrebbe continuare.
Le classi dirigenti della nostra provincia, lei sostiene, non sono riuscite a migliorare la "farraginosa macchina pubblica". C'è da chiedersi, perché soltanto ora ci si renda conto di questo ritardo, non più imputabile, ovviamente, ai tanto vituperati partiti della prima repubblica.
La provincia di Varese ha espresso ministri e sottosegretari in posizione chiave, ciò nonostante il territorio non è riuscito a trarne alcun vantaggio e si trova nelle medesime difficoltà del resto del Paese. Vent'anni sono passati invano? Nessuna novità? Sarebbe ingiusto verso noi stessi. Se dovessi citare la più grande novità di questi vent'anni per la nostra provincia, penso al sistema della formazione universitaria. È uno dei lasciti maggiori della classe dirigente socialista, penso ad Antonio Ruberti e al varesino Mario Didò. Dovremo ripartire da lì: la società della conoscenza necessita di un sistema d'istruzione  e universitario in grado di formare le nuove generazioni per rispondere alle domande sociali e produttive del tempo nostro. In provincia di Varese abbiamo le condizioni per ripartire, grazie a questi lasciti importanti.
Arresteremo il declino, però, se saremo capaci di uscire dalla "sbronza" dei partiti personalistici, di cui abbiamo un esempio, sopra tutti, nella nostra provincia. Se riusciremo a ripensare le forme della rappresentanza e a rivitalizzare circuiti democratici, se le associazioni più rappresentative dell'economia locale usciranno dal loro incantamento e sceglieranno nuovi interlocutori. Oggi, deboli elettoralmente, ma rinnovati e portatori di analisi e proposte sulla crisi, meditate e aggiornate. Soltanto a queste condizioni ricostruiremo una classe dirigente credibile e riusciremo a costruire un nuovo clima di fiducia fra società e partiti.
Non sarà più sufficiente fare ricorso a oscenità e insulti per riconquistare credibilità. Le ultime villanie verso il presidente Napolitano risuonano ancora nell'aria. A questa ricostruzione della politica in provincia vado dedicando insieme a quel manipolo di socialisti che hanno a cuore l'Italia, una parte del mio tempo. Per fare tutto questo c'è bisogno anche di maggiore attenzione e maggiore apertura verso il PSI e i suoi esponenti in provincia. Come del resto il giornale di cui lei è un autorevole firma fa già in molte realtà.
Ringraziandola per l'attenzione, auguro a lei e a "La Prealpina" i migliori auguri di buon anno.

Giuseppe Nigro
Segretario Federazione Provinciale PSI  Varese